I pastelli di Paola Salvestrini

Un ricordo che si spalma, lieve e coloratissimo, nelle immagini fresche della fanciullezza.

Leggendo opere così ‘leggere’ si sentono le note di un pensiero profondo. Una riflessione appoggiata su quello scorrere veloce dei giorni che si chiama vivere. L’esistenza viene guardata alla luce del sole, in maniera immediata, senza filtri o sfasature di messa a fuoco.
La vita, ascoltata nella sua ciclicità, ha la forma di un cerchio. E di un circo. Viene svelata con totale facilità, attraverso una sintesi formale che si mantiene continuamente in equilibrio tra astrazione e naturalismo, come se fosse un respiro.

Il pastello a secco, che regala corposità materica, e la pittura a olio modulata a velature, vestono i disegni di una brillantezza nostalgica e di un invincibile senso di stupore. Giochi di bambini, pomeriggi al mare, sirene, pesci rossi, gatti, cavalli e giocolieri. E, su tutte, l’intramontabile favola di Pinocchio che riesce ad insegnare la vita come poche altre storie sanno fare. Questi disegni sono uno di quei rari miracoli artistici che fortunatamente capita ancora di scovare, ogni tanto, nei panorami contemporanei. Sono immagini che raccontano il mondo agli adulti distratti. Storie da narrare come se fossero filastrocche, giri nella giostra coi cavalli che vorremmo fare all’infinito, senza scendere più.

Nella prima fase di formazione artistica, Paola Salvestrini (nata nel 1951 a Venturina, Livorno), ha avuto come mèntore il pittore e xilografo Carlo Guarnieri, e durante il periodo di studio all’Accademia fiorentina di Belle Arti, è stata allieva del pittore post-espressionista Silvio Loffredo.

L’uso dell’azzurro e del rosso, variati in infinite flessioni tonali, mostra una sensibilità cromatica piena, composita, e svela una vicinanza appassionata e consapevole alle teorie del colore espresse da Vasily Kandinsky; teorie illuminanti per chiunque desideri accostarsi con devozione all’arte e alla spiritualità. Sono indagini che si muovono intorno allo studio degli effetti psichici prodotti dai colori, del loro rapporto con la dimensione trascendentale e del modo con cui i colori entrano in contatto con la nostra interiorità incorporea.
Paola Salvestrini, all’Accademia, si è laureata proprio con una tesi su Kandinsky.

Questi disegni sono belli, li trovo malinconici in maniera quasi eccessiva. E io amo molto la malinconia quasi eccessiva.

Lucia Borri

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